La cultura del cibo, la tipicità
Sedersi a tavola e gustare i prodotti locali è uno dei modi migliori per conoscere la cultura di un luogo, la cultura più autentica, fatta di tradizioni non scritte, tramandate di generazione in generazione. Ogni luogo infatti presenta delle specificità ambientali che influiscono in modo determinante sulla produzione locale, agricola e non solo. L’umidità e i venti sono, ad esempio, prerogativa unica e particolare per la perfetta stagionatura dei salumi, poi la sapiente mano dell’uomo completa l’opera della natura, per fare di un prodotto un prodotto tipico, come il salame Felino. I prodotti tipici sono quindi il risultato di una lunga elaborazione, che trae il massimo da ciò che è in loco, affinandosi, adattandosi ed evolvendosi. A riconoscimento di questa cultura e di queste tradizioni locali, la Comunità Europea riconosce la tutela del prodotto tipico. Per il Salame Felino, nostro prodotto principe, è stato concesso il cosiddetto IGP (Regolamento Cee 510/2006).
La sigla IGP è acronimo di “Indicazione Geografica Protetta “, e viene concessa ad una regione, ad un luogo determinato o, in casi eccezionali, ad un paese il cui nome concorre a designare un prodotto agricolo o alimentare che da lì trae origine e che è portatore di particolari qualità riconducibili appunto all’origine geografica, o alla produzione e/o trasformazione e/o elaborazione che in quell’area geografica hanno luogo.
Allora il cibo diventa davvero cultura, perché si lavora per creare il proprio cibo, e perché lo si prepara attraverso la trasformazione dei prodotti di base, anche mediante una propria tecnologia; il cibo diventa cultura quando lo si consuma perché lo si sceglie, sia in base a criteri nutrizionali, sia in base a valori simbolici. La Proloco Felino intende contribuire a valorizzare il proprio prodotto tipico, anche come espressione di socialità, strumento di incontro e scambio tra generazioni e culture diverse e quindi come strumento rappresentativo della storia, della tradizione e dell’economia di un territorio. Felino!
La tradizione e la cultura dell’agroalimentare
La tradizione industriale di Felino trova da sempre nella lavorazione dei prodotti dell’agricoltura la sua matrice essenziale. I prodotti della salumeria, prosciutto e salame in primis, (senza tuttavia dimenticare che il nostro territorio ha un’altra eccellenza nel settore lattiero-caseario, cioè il grana), sono diventati i simboli ed il vanto della produzione di un territorio, una realtà di rilievo che affonda le proprie radici nell’arte norcina dei nostri antenati. Già nell’era romana infatti si comincia a parlarne, quando, sconfitto Annibale e ricacciati oltr’Alpe i Galli, alcune migliaia di romani si insediarono alla confluenza dei torrenti Parma e Baganza seminando grano, orzo e miglio e
allevando pecore e maiali. I salumi tradizionali sono quindi il risultato di processi lunghi e complessi e la loro produzione, pur essendo domestica, è stata da sempre affidata ad artigiani detentori della competenza specifica. Nel periodo invernale il “Mazen” si recava nelle fattorie e nelle case padronali per uccidere il maiale, dividerlo in tagli, in parte da consumare freschi (sangue/frattaglie) e in parte destinati, attraverso la salagione, a media /lunga conservazione.
L’ambiente e la particolare collocazione geografica sono stati involontari, ma eccezionali collaboratori della capacità e dell’impegno dell’uomo per creare prodotti tipici e unici al mondo.
Segrete e longeve ricette, tramandate di generazione in generazione, ci hanno consegnato un prodotto in linea con le esigenze di un mondo moderno attento alla salubrità ed alla qualità di una alimentazione proiettata in un futuro sempre più internazionale. Tutto questo ha fatto si che Felino a ragione possa definirsi “La capitale del salame”.
La meccanica agroalimentare a supporto
La meccanica agroalimentare, strettamente legata alla trasformazione del pomodoro e alla produzione di conserva, nel territorio di Felino risale alla fine del 1800. Tale industria è legata ad una realtà artigianale con laboratori gestiti dagli stessi agricoltori che utilizzavano tecnologie rudimentali, quasi sempre rappresentate da una caldaia di rame a doppio fondo posta sul fuoco. L’introduzione, nei primi del 900, delle “boules” (caldaie in grado di concentrare il succo del pomodoro sottovuoto) diede inizio alla fase industriale del prodotto e all’affermazione del comparto della meccanica alimentare.
L’industria meccano-alimentare si è specializzata nel tempo nella costruzione di macchine ed impianti prima per lavorazioni locali, poi su scala a industriale, a partire da quelli per il concentrato di pomodoro. Successivamente si è sviluppato il settore delle attrezzature per salumifici, con particolare riferimento ai salumi crudi che non potevano contare su un knowhow sviluppato in altri paesi, ma solo sulla capacità empirica dei nostri imprenditori e sulla loro volontà di innovare per migliorare i processi aziendali e ottenere prodotti di qualità e in totale sicurezza alimentare.
Alcuni di questi pionieri della meccanica oggi sono ancora presenti sul mercato e per tutti gli inizi sono stati gli stessi: una piccola bottega di fabbro che comincia con piccoli lavori, ma soprattutto con tanta passione, volontà e ingegno. Oggi possiamo sostenere che il comparto dell’impiantistica e del confezionamento alimentari hanno raggiunto una indubbia leadership in campo nazionale ed europeo, questo grazie ad una flessibilità produttiva, ad una spiccata capacità di innovazione tecnologica e ad una elevata specializzazione della forza lavoro, che rendono unici i nostri prodotti per bontà e sicurezza alimentare. Felino è rappresentativo di questo distretto agroalimentare che può definirsi il cuore della Food Valley.